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O direito à razoável duração do processo e a experiência italiana

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Agenda 24/08/2005 às 00:00

Notas

            01

A doutrina italiana utiliza-se da seguinte expressão: Ragionevole Durata, ou, em sentido negativo, Irragionevole Durata; destarte, no presente texto decidimos utilizar a tradução "duração razoável" do processo e, quando usada a expressão em seu senso contrário, ao invés de "duração não razoável" ou "duração irrazoável", a qual nem sequer consta de nossos dicionários, empregar "duração exagerada" do processo, tomando a palavra "exagerada" exatamente no sentido de algo que vai além do necessário ou aceitável.

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Trabalho originalmente concebido como monografia de conclusão do Corso Singolo, perante a Università Degli Studi di Milano, posteriormente, por sugestão de nossa mestra e orientadora Profª. Dra. Teresa Arruda Alvim Wambier, acrescido e transformado em dissertação de mestrado perante a Pontifícia Universidade Católica de São Paulo.

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"‘Ragionevole’ è termine che esprime un’esigenza di equilibrio nel quale siano contemperate armoniosamente, per un verso, l’istanza di una giustizia amministrata senza ritardi e, per l’altro verso, l’istanza di una giustizia non frettolosa e sommaria". Nicolò Trocker, Rivista Trimestrale di Diritto e Procedura Civile 2001, p. 407.

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"Il diritto ad una durata ragionevole del processo ha invece lo scopo di evitare per quanto possibile, limitandone la durata al tempo strettamente necessario alla maturazione della decisione, il protrarsi della situazione di incertezza giuridica (e delle eventuali altre conseguenze sfavorevoli concomitanti) in cui versa il destinatario durante il corso del processo". Carlo Focarelli, Equo processo e convenzione europea dei diritti dell’uomo, p. 7.

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"A demora dos processos é um mal universal. Essa tendência continuada dos legisladores, de tentarem agilizar a Justiça, tem sido a resposta correspondente ao grande aumento do acesso à Justiça, mercê do qual o aparato estatal tradicional, seja tendo em vista o seu tamanho, a sua eficiência, não tem logrado atender com a rapidez desejável". Arruda Alvim, Manual de Direito Processual Civil, v. 2, p. 388.

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"Tudo que já se fez e se pretende fazer nesse sentido visa, como se compreende, à efetividade do processo como meio de acesso à justiça. E a concretização desse desiderato é algo que depende menos das reformas legislativas (importantes embora), do que da postura mental dos operadores do sistema (juízes, advogados, promotores de justiça). É indispensável a consciência de que o processo não é mero instrumento técnico a serviço da ordem jurídica, mas, acima disso, um poderoso instrumento ético destinado a servir à sociedade e ao Estado". A. C. de Araújo Cintra e outros, Teoria Geral do Processo, p. 45.

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"Aprimorar o serviço jurisdicional prestado através do processo, dando efetividade aos seus princípios formativos (lógico, jurídico, político, econômico), é uma tendência universal, hoje. E é justamente a instrumentalidade que vale de suficiente justificação lógico-jurídica para essa indispensável dinâmica do sistema e permeabilidade às pressões axiológicas exteriores: tivesse ele seus próprios objetivos e justificação auto-suficiente, razão inexistiria, ou fundamento, para pô-lo à mercê das mutações políticas, constitucionais, sociais, econômicas e jurídico-substanciais da sociedade". Cândido Rangel Dinamarco, A instrumentalidade do processo, p. 24.

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"A duração de todo e qualquer processo causa um ‘dano marginal’, no dizer de inumeráveis juristas". Arruda Alvim, Manual de Direito Processual Civil, v. 2, p. 401.

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"(...) se queremos um processo ágil e funcionalmente coerente com os seus escopos, é preciso também relativizar o valor das formas e saber utilizá-las e exigi-las na medida em que sejam indispensáveis à consecução do objetivo que justifica a instituição de cada uma delas". A. C. de Araújo Cintra e outros, Teoria Geral do Processo, p. 44.

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"Tale sforzo di accelerazione resterà, però, vano, se non si affronta il problema delle ‘impugnazioni’, il ‘vero pozzo senza fondo della giustizia italiana’". Relazione del procuratore generale, Vincenzo Verderosa, della corte d’appello di Salerno per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2002. www.giustizia.it.

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Régio decreto 28 ottobre 1940, nº 1.443 – Approvazione del codice di procedura civile, in vigore dal 21 aprile 1942.

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"L’efficienza del processo, notavamo, postula anzitutto la possibilità di disporre di efficienti servizi di base: di mezzi materiali ma anche di ausiliari da porre al servizio degli operatori e da questi ultimi da gestire al meglio". Nicolò Trocker, Rivista Trimestrale di Diritto e Procedura Civile 2001, p. 406.

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A Itália faz parte da Comunidade Européia desde a sua instituição, em março de 1957. A CE atualmente conta com mais 24 países: Bélgica, Holanda, Luxemburgo, França, Alemanha, Reino Unido, Irlanda, Dinamarca, Grécia, Portugal, Espanha, Áustria, Finlândia, Suécia, Chipre, Eslováquia, Eslovênia, Estônia, Hungria, Letônia, Lituânia, Malta, Polônia e República Tcheca.

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"La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali è entrata in vigore per l’Italia (uno dei tredici Stati originari che l’avevano sottoscritta al momento della sua conclusione, nel 1950) il 26 ottobre 1955, mentre è di qualche mese precedente l’atto legislativo – la legge n. 848 del 4 agosto 1955 – che contiene sia l’autorizzazione del Parlamento alla ratifica presidenziale, sia l’ordine mediante il quale ‘piena ed intera esecuzione è data alla Convenzione e Protocollo suddetti, a decorrere dalla data della loro entrata in vigore’". Piero Vittorio Valabrega, L’applicazione giurisprudenziale della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in Italia, Documenti Giustizia 2000 1-2, p. 68.

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"L’interpretazione della Convenzione deve perciò tendere ad assicurare che i diritti fondamentali siano concretamente e effettivamente garantiti e non restino invece teorici e illusori. Uno Stato non soddisfa pertanto le esigenze della Convenzione se protegge un diritto in modo superficiale. Si è visto prima che non è sufficiente che uno Stato garantisca l’accesso a un tribunale se poi le decisioni giudiziarie vengono svuotate di significato perché non sono eseguite dall’amministrazione". Idem, p. 59.

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Artigos 19 e 20 da Convenção Européia dos Direitos do Homem.

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Artigo 32 da Convenção Européia dos Direitos do Homem.

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"La protezione offerta dalla Convenzione non è collettiva, ma individuale. È cioè legittimato ad agire chi è direttamente vittima dell’asserita violazione di uno dei diritti garantiti. Non è invece ammissibile una actio popularis". Silvia di Martino, I principi guida della giurisprudenza relativa alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, Documenti Giustizia 2000 1-2, p. 55.

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Artigos 33 e 34 da Convenção Européia dos Direitos do Homem.

            20

"Como é noto, infatti, l’introduzione di un ricorso davanti agli organi di Strasburgo è subordinata, ai sensi dell’articolo 35 della Convenzione, al previo esaurimento delle vie di ricorso interne, in grado di ovviare alla violazione: rimedio che in materia di durata della procedura, tuttavia, non risulta presente nell’ordinamento italiano". Roberta Medda et al., La ragionevole durata dei processi, Documenti Giustizia 2000 1-2, p. 145-146.

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"Inoltre, la Corte ha piu’ volte affermato il principio in base al quale la Convenzione vincola gli Stati membri ad organizzare le propria attività giudiziaria in modo da permetterle di rispondere alle esigenze di cui all’articolo 6 §1, in particolare, per quanto riguarda la durata ragionevole, alla quale gli organi della Convenzione riconoscono un’estrema importanza al fine di garantire una buona amministrazione della giustizia". Idem, p. 144.

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"Questo accorgimento, se da un lato mira a sgravare i ruoli della Corte ed a salvaguardare almeno in parte l’immagine del nostro Paese, dall’altro non può che costituire un rimedio temporaneo e limitato ai casi più eclatanti di cui, in attesa di riportare il contenzioso a livello nazionale mediante la creazione di un meccanismo riparatorio per il caso di eccessiva durata del processo, dovrebbero essere adeguadamente valutati i costi in termini di bilancio". Andrea Saccucci, In tema di durata ragionevole dei processi, Rivista di Diritto Processuale 2000, p. 214.

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"In sostanza, si è cercato di far comprendere al lettore che non tutti i procedimenti che superano i tre anni per un grado di giudizio sono destinati a essere dichiarati ricevibili. Viceversa, è possibile, come l’ultimo caso citato chiaramente dimostra, che un procedimento durato meno di tre anni costituisca oggetto di una decisione di ricevibilità". Roberta Medda et al., La ragionevole durata dei processi, Documenti Giustizia 2000 1-2, p. 160.

            24

"Si tratta, più precisamente, della complessità della procedura nazionale, del comportamento delle parti e della condotta delle autorità competenti". Roberta Medda et al., La ragionevole durata dei processi, Documenti Giustizia 2000 1-2, p. 139.

            25

"La ragionevolezza della durata deve perciò essere valutata sia separatamente – per il processo di cognizione e per quello esecutivo – sia nella somma dei due, che permetta di valutare la distantia temporis fra la domanda di condanna e il provvedimento satisfattivo: espungendo dal calcolo il ritardo, ad es., tra la sentenza esecutiva e la richiesta di esecuzione". Giuseppe Tarzia, Il giusto processo di esecuzione, Rivista di Diritto Processuale 2001, p. 349.

            26

"Nel 1990, è noto, fu approvata una riforma del processo civile finalizzata, innanziatutto, a riportare un minimo di ordine nel modello processuale del ‘non so come’ o ‘rito del gambero’, prevedendosi nuovamente una trattazione ispirata al principio di preclusione". Antonio Didone, Equa riparazione e ragionevole durata del giusto processo, p. 11.

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L. Cost. 23 novembre 1999, nº 2, art.1.

            28

"Tutto questo é (in parte) assai noto ma meritava di essere ricordato per recuperare il significato piú profondo della nozione di ‘giusto processo’, la sua finalitá e la sua dimensione ideale; profili di cui vanamente si cerca traccia nel dibattito che ha accompagnato il varo dell’odierna revisione costituzionale, e di cui sembra non avere consapevolezza chi critica la nozione in parola come ‘tautologica’ perché ‘ad un processo é strutturale essere giusto’. ‘Giusto’ non é qualunque processo che si limiti ad essere ‘regolare’ sul piano formale. Giusto é il processo che si svolge nel rispetto dei parametri fissati dalle norme costituzionali e dei valori condivisi dalla collettivitá. E tale é il processo che si svolge davanti ad um giudice imparziale nel contraddittorio di tutti gli interessati in um tempo ragionevole, come appunto stabilisce l’art. 111 Cost.". Nicolò Trocker, Il nuovo articolo 111 della Costituzione e il "giusto processo" in materia civile: profili generali, Rivista Trimestrale di Diritto e Procedura Civile 2001, p. 386.

            29

"In altre parole, ciò che la norma vuol dire è che, rispettati i princìpi cardine ai quali va informato ogni processo, il legislatore dev’essere libero di modulare la disciplina del procedere secondo canoni insindacabili di opportunità e di convenienza". Idem, p. 392.

            30

Artigo 24 da Constituição da República Italiana: "Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari".

            31

Constituição da República Federativa do Brasil, artigo 5º, inciso XXXV – "A lei não excluirá da apreciação do Poder Judiciário lesão ou ameaça a direito". Nos dizeres de Nelson Nery Junior, na obra Princípios do Processo Civil na Constituição Federal, "embora o destinatário principal desta norma seja o legislador, o comando constitucional atinge a todos indistintamente, vale dizer, não pode o legislador e ninguém mais impedir que o jurisdicionado vá a juízo deduzir pretensão", p. 92.

            32

Constituição da República Federativa do Brasil, artigo 5º, inciso LV – "Aos litigantes, em processo judicial ou administrativo, e aos acusados em geral são assegurados o contraditório e ampla defesa, com os meios e recursos a ela inerentes".

            33

"Sono convinto che dalla fondamentale norma di raffronto per le discipline processuali rappresentata dall’art. 24, comma 2º Cost., anche nella sua connessione con l’art. 3, sono ricavabili tutte le garanzie enunciate dalla prima parte del nuovo art. 111 secondo cadenze assai più analitiche (oltre che alquanto enfatiche e per questa ragione foriere di inutili complicazioni per l’interprete, come vedremo)". Sergio Chiarloni, Il nuovo art. 111 Cost. e il processo civile, Rivista di Diritto Processuale 2000, p. 1.011.

            34

"Si tenta, così, di superare le ambiguità concettuali di un ‘processo’ che, in termini strettamente tecnici e strumentali, dovrebbe sempre essere ‘neutro’, non potendo qualificarsi, a rigore, né come ‘giusto’, né come ‘ingiusto’, poiché tali aggettivazioni sono proprie non già del ‘mezzo’, ma del ‘risultato’ decisorio cui esso conduce". Luigi Paolo Comoglio, Valori etici e ideologie del "gisuto processo", Rivista Trimestrale di Diritto e Procedura Civile 1998, p. 899.

            35

"Constituem-se os prazos processuais e as preclusões em dois aspectos através dos quais se exterioriza a disciplina do tempo no processo, em função da idéia de o processo dever marchar em direção à sentença, irreversivelmente". Arruda Alvim, Manual de Direito Processual Civil, v. 1, p. 483.

            36

"Como observação final, cumpre anotar-se que, findo o prazo bienal decadencial para o exercício da ação rescisória, as decisões nulas não deixarão de sê-lo, mas, pelo menos, deixarão de ser vulneráveis, ainda que, ontologicamente, remanesçam nulas. Serão, entanto, invulneráveis porque do único meio para desconstituí-la a parte não mais se poderá valer". Teresa Arruda Alvim Wambier, Nulidades do processo e da sentença, p. 348.

            37

"Ancor più polemica, nella spinta verso quella ‘restaurazione’, era la posizione di chi rifiutava di considerare ‘ovvia’, ‘tautologica’, o addirittura contraddittoria e praticamente inutile la nozione di ‘giusto processo’ (al pari della tautologia retorica ‘giustizia giusta’), ma le attribuiva una portata ed un obiettivo di carattere assiologico, grazie al significato etico-morale che assumerebbe l’aggettivo ‘giusto’, quale predicato del termine ‘processo’, in linea con le tradizioni anglosassoni del fair trial (concetto ritenuto omologo del ‘giusto processo’) e del due process of law". Luigi Paolo Comoglio, Il "giusto processo" civile nella dimensione comparatistica, Rivista di Diritto Processuale 1999, p. 712-713.

            38

"Soprattutto, però, la Corte costituzionale ha perentoriamente affermato che ‘l’introduzione nella Costituzione del nuovo testo dell’art. 111 non produce modifiche all’orientamento di questa Corte sul punto, dal momento che l’esigenza di garantire la maggior celerità possibile dei processi deve tendere ad una durata degli stessi che sia, appunto, "ragionevole" in considerazione anche delle altre tutele costituzionali in materia, in relazione al diritto delle parti di agire e difendersi in giudizio garantito dall’art. 24 Cost.’". Antonio Didone, Equa riparazione e ragionevole durata del giusto processo, p. 16.

            39

"Tornando al principio della ragionevole durata introdotto nell’art.111 Cost., va segnalato, così come rivelato in dottrina, che la nuova disposizioni ‘si dirige verso il legislatore ed evoca il suo impegno ad assicurare la durata ragionevole del processo’ ma ‘non attribuisce ai cittadini alcuna garanzia nuova, direttamente azionabile, a tutela della loro aspirazione ad una sollecita risoluzione delle controversie’. Talché il singolo, anche dopo l’innovazione costituzionale, doveva continuare a rivolgersi alla Corte europea per ottenere soddisfazione per i pregiudizi cagionati dall’eccessiva durata dei processi". Idem, p. 17-18.

            40

Legge 24 marzo 2001, n. 89. – "Previsione di equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo e modifica dell’articolo 375 del codice di procedura civile" (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 78 del 3 aprile 2001).

            41

Como decisão metodológica, ao referirmo-nos à Legge 24 marzo 2001, nº 89. – Previsione di equa riparazione in caso de violazione del termine ragionevole del processo e modifica dell’articolo 375 del códice di procedura civile, faremos menção sempre à Lei Pinto, forma como a mesma é conhecida na Itália, por ser o sobrenome de um dos senadores autores do projeto de lei – disegno di legge – posteriormente convertido em lei.

            42

"Art. 1 (Pronuncia in camera di consiglio). – L’articolo 375 del codice di procedura civile è sostituito dal seguinte: ‘Art. 375. (Pronuncia in camera di consiglio). – La Corte, sia a sezioni unite che a sezione semplice, pronuncia con ordinanza in camera di consiglio quando riconosce di dovere: 1) dichiarare l’inammissibilitá del ricorso principale e di quello incidentale eventualmente proposto; 2) ordinare l’integrazione del contraddittorio o disporre che sia eseguita la notificazione dell’impugnazione a norma dell’articolo 332; 3) dichiarare l’estinzione del processo per avvenuta rinuncia a norma dell’articolo 390; 4) pronunciare in ordine all’estinzione del processo in ogni altro caso; 5) pronunciare sulle istanze di regolamento di competenza e di giurisdizione. La corte, sia a sezioni unite che a sezione semplice, pronuncia sentenza in camera di consiglio quando il ricorso principale e quello incidentale eventualmente proposto sono manifestamente fondati e vanno, pertanto, accolti entrambi, o quando riconosce di dover pronunciare il rigetto di entrambi per mancanza dei motivi previsti nell’articolo 360 o per manifesta infondatezza degli stessi, nonché quando un ricorso va accolto per essere manifestamente fondato e l’altro va rigettato per mancanza dei motivi previsti nell’articolo 360 o per manifesta infondatezza degli stessi.La Corte, se ritiene che non ricorrano le ipotesi di cui al primo e al secondo comma, rinvia la causa alla pubblica udienza. Le conclusioni del pubblico ministero, almeno venti giorni prima dell’adunanza della Corte in camera di consiglio, sono notificate agli avvocati delle parti, che hanno facoltá di presentare memorie entro il termine di cui all’articolo 378 e di essere sentiti, se compaiono, nei casi previsti al primo comma, numeri 1), 4) e 5), limitatamente al regolamento di giurisdizione, e al secondo comma".

            43

A forma do art. 375 do CPC, conservadas as diferenças existentes entre o sistema italiano e o brasileiro, lembra a modificação do artigo 557 do nosso CPC.

            44

"La corte di cassazione è in crisi. L’affermazione non è di oggi, ma oggi è ancora più vera che in passato. Se intorno al 1950 si segnalava con preoccupazione il ‘fenomeno del continuo aumento dei ricorsi in cassazione’ – ed allora essi erano poco più di quattromila all’anno – pensiamo quale debba essere l’attuale soglia di preoccupazione a fronte, nell’anno 2001, del deposito 32.000 ricorsi". Chiara Besso et al., Misure acceleratorie e riparatorie contro l’irragionevole durata dei processi, p. 3.

            45

Vale lembrar que, diversamente do sistema brasileiro, a lei italiana tem seus artigos divididos também em parágrafos (comma), não sendo os mesmos, porém, numerados.

            46

Relazione al disegno di legge n. 3.813, d’iniziativa dei senatori Pinto, Rescaglio, Diana Lino, Andreolli, Palumbo, Cecchi Gori, Montagnino, Veraldi e Zilio – "Infatti, l’articolo incide sul vigente testo dell’articolo 375 del codice di procedura civile, introducendo la previsione di consentire la pronuncia in camera di consiglio con ordinanza in caso di manifesta infondatezza, e con sentenza in caso di manifesta fondatezza".

            47

Interessantes conceitos como o de "recurso manifestamente infundado" e outros aspectos do mencionado artigo reformado mereceriam detida atenção e comentários, mas por fugirem do tema central do presente trabalho, assim como diante da diferença de procedimento entre Brasil e Itália no que concerne ao sistema recursal, limitamo-nos a breve explicação e reprodução na íntegra da redação do artigo 375 CPC italiano, na nota 42.

            48

"Art. 2. (Diritto all’equa riparazione). – 1. Chi ha subito un danno patrimoniale o non patrimoniale per effetto di violazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertá fondamentali, ratificata ai sensi della legge 4 agosto 1955, n. 848, sotto il profilo del mancato rispetto del termine ragionevole di cui all’articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione, ha diritto ad una equa riparazione. 2. Nell’accertare la violazione il giudice considera la complessitá del caso e, in relazione alla stessa, il comportamento delle parti e del giudice del procedimento, nonché quello di ogni altra autoritá chiamata a concorrervi o a comunque contribuire alla sua definizione. 3. Il giudice determina la riparazione a norma dell’articolo 2.056 del codice civile, osservando le disposizioni seguenti: a) rileva solamente il danno riferibile al periodo eccedente il termine ragionevole di cui al comma 1; b) il danno non patrimoniale é riparato, oltre che con il pagamento di una somma di denaro, anche attraverso adeguate forme di pubblicitá della dichiarazione dell’avvenuta violazione".

            49

"Codice Civile Italiano – Artigo 2.056: Valutazione dei danni – Il risarcimento dovuto al danneggiato si deve determinare secondo le disposizioni degli artt. 1.223, 1.226 e 1.227. Il lucro cessante è valutato dal giudice con equo apprezzamento delle circostanze del caso (c.1226)".

            50

"Anche la formula "equa riparazione" si ispira alla conforme previsione della Convenzione Europea e sembra convalidare la tesi che il procedimento – pur richiamando criteri dettati per il risarcimento del danno (art. 2, n. 3 di cui infra) – volga ad una determinazione indennitaria e no risarcitoria". Giuseppe Tarzia, Sul procedimento di equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo, Giusr. It. 2001, V, p. 2.431.

            51

"Art. 3. (Procedimento). – 1. La domanda di equa riparazione si propone dinanzi alla corte di appello del distretto in cui ha sede il giudice competente ai sensi dell’articolo 11 del códice di procedura penale a giudicare nei procedimenti riguardanti i magistrati nel cui distretto é concluso o estinto relativamente ai gradi di merito ovvero pende il procedimento nel cui ambito la violazione si assume verificata. 2. La domanda si propone con ricorso nei confronti del Ministro della giustizia quando si tratta di procedimenti del giudice ordinario, del Ministro della difesa quando si tratta di procedimenti del giudice militare, del Ministro delle finanze quando si tratta di procedimenti del giudice tributario. Negli altri casi é proposto nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri. 4. La corte di appello provvede ai sensi degli articoli 737 e seguenti del codice di procedura civile. Il ricorso, unitamente al decreto di fissazione della camera di consiglio, é notificato, a cura del ricorrente, all’amministrazione convenuta, presso l’Avvocatura dello Stato. Tra la data della notificazione e quella della camera di consiglio deve intercorrere un termine non inferiore a quindici giorni. 5. Le parti hanno facoltá di richiedere che la corte disponga l’acquisizione in tutto o in parte degli atti e dei documenti del procedimento in cui si assume essersi verificata la violazione di cui all’articolo 2 ed hanno diritto, unitamente ai loro difensori, di essere sentite in camera di consiglio se compaiono. Sono ammessi il deposito di memorie e la produzione di documenti sino a cinque giorni prima della data in cui é fissata la camera di consiglio, ovvero sino al termine che é a tale scopo assegnato dalla corte a seguito di relativa istanza delle parti. 6. La corte pronuncia, entro quattro mesi dal deposito del ricorso, decreto impugnabile per cassazione. Il decreto é immediatamente esecutivo. 7. L’erogazione degli indennizzi agli aventi diritto avviene, nei limiti delle risorse disponibili, a decorrere dal 1º gennaio 2002".

            52

Vale consignar que, no que tange à sentença ser imediatamente executiva, isto é regra no Processo Civil italiano, conforme disposto no artigo 282 do Código de Processo Civil Italiano, reformado em 1990, pelo qual o recurso que ataca a sentença é recebido somente no efeito devolutivo, permitindo a execução provisória.

            53

"Art. 4. (Termine e condizioni di proponibilitá). – 1. La domanda di riparazione puó essere proposta durante la pendenza del procedimento nel cui ambito la violazione si assume verificata, ovvero, a pena di decadenza, entro sei mesi dal momento in cui la decisione, che conclude il medesimo procedimento, é divenuta definitiva".

            54

"Art. 5. (Comunicazioni). – 1. Il decreto di accoglimento della domanda é comunicato a cura della cancellaria, oltre che alle parti, al procuratore generale della Corte dei conti, ai fini dell’eventuale avvio del procedimento di responsabilitá, nonché ai titolari dell’azione disciplinare dei dipendenti pubblici comunque interessati dal procedimento".

            55

"Art. 6. (Norma transitoria). – 1. Nel termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, coloro i quali abbiano giá tempestivamente presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, sotto il profilo del mancato rispetto del termine ragionevole di cui all’articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertá fondamentali, ratificata ai sensi della legge 4 agosto 1955, n. 848, possono presentare la domanda di cui all’articolo 3 della presente legge qualora non sia intervenuta una decisione sulla ricevibilitá da parte della predetta Corte europea. In tal caso, il ricorso alla corte d’appello deve contenere l’indicazione della data di presentazione del ricorso alla predetta Corte europea. 2. La cancelleria del giudice adíto informa senza ritardo il Ministero degli affari esteri di tutte le domande presentate ai sensi dell’articolo 3 nel termine di cui al comma 1 del presente articolo".

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"Art. 7. (Disposizioni finanziarie). – 1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in lire 12.705 milioni a decorrere dall’anno 2002, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nell’ambito dell’unitá previsionale di base di parte corrente ‘Fondo speciale’ dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l’anno 2001, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. 2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica é autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio".

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Relazione al disegno di legge n. 3813, d’iniziativa dei senatori Pinto, Rescaglio, Diana Lino, Andreolli, Palumbo, Cecchi Gori, Montagnino, Veraldi e Zilio – "Ció che sembra peró importante mettere in rilievo in questo contesto é che il provvedimento non crea oneri nuovi, ma trasferisce dal piano internazionale a quello interno oneri giá esistenti, ed assunti con la legge di ratifica della Convenzione europea".

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"Ora, estando a arrecadação de tributos afeta ao executivo, compete-lhe transferir para os demais poderes da República os recursos necessários para o seu bom funcionamento. Todavia, no Brasil, o Executivo e o Legislativo vetam, ao seu próprio talante, e segundo seus interesses (quase sempre políticos), as verbas destinadas ao Poder Judiciário ou, ainda, o Executivo não faz o devido repasse. Com isso, o Judiciário vem enfrentando séria crise financeira, impossibilitado de estruturar-se para cumprir adequadamente sua função". Flávia de Almeida Montingelli Zanferdini, Prazo razoável – direito à prestação jurisdicional sem dilações indevidas, Revista Síntese de Direito Civil e Processual Civil 22, p. 25

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"O que realmente urge, portanto, a fim de equacionar e resolver o problema, além da inserção da garantia para o cidadão, é que o Poder Judiciário diagnostique urgentemente a causa de sua atuação não atingir o desejado grau de eficiência. Ninguém melhor do que ele próprio pode investigar honestamente os motivos de sua dificuldade em solucionar as pretensões que lhe são submetidas, em prazo compatível com a ânsia de justiça da população". E. D. Moniz de Aragão, Garantias fundamentais da nova Constituição, Revista de Direito Administrativo 184, p. 104.

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Apesar de fugir ao objetivo do presente trabalho, parece-nos de bom alvitre, ao menos, indicar nossa opinião acerca das fontes de recursos financeiros para pagamento das indenizações. Assim, obrigatório se torna pensar numa forma de financiamento para as futuras indenizações, que, de modo algum, pode ser criada por meio de novos impostos ou aumento da excessiva carga existente. Entendemos que, se as indenizações forem pagas com verbas do já comprometido orçamento nacional ou, o que seria ainda pior, com o próprio limitado orçamento do Poder Judiciário, não só a situação não seria resolvida, como é certo que flagrante piora adviria. Devemos pensar numa forma de penalizar aqueles que têm por mister resolver o problema, isto é, deputados, senadores, ministros, presidente, governadores, prefeitos, magistrados, promotores e advogados, entre outros. Algo como a formação de um fundo de caixa comum, formado com verbas oriundas dos orçamentos federais, estaduais e municipais, mas também da OAB, Associação dos Magistrados e Promotores e Sindicato dos Funcionários Públicos, visando, antes de tudo, ao devido aparelhamento técnico, material e tecnológico do Poder Judiciário para, ultrapassada essa primeira e difícil fase, criarmos, então, a legislação específica que preveja a reparação dos jurisdicionados prejudicados com alguma eventual duração exagerada. Realizadas as reformas e feitos os investimentos no Poder Judiciário, as futuras eventuais indenizações, ainda que pareça utópica a proposta, devem ser suportadas pelos órgãos de classe do Poder Judiciário (OAB, Sindicato dos Funcionários Públicos, Associação de Magistrados e Promotores), assim como descontadas dos vencimentos dos representantes do Poder Executivo e do Legislativo, em proporção a ser previamente definida. Diretamente responsabilizados pelas futuras indenizações, os operadores do direito e as autoridades constituídas, legitimadas a produzir as reformas na legislação e a destinar verbas ao Poder Judiciário, certamente se sentirão pressionados e motivados a "fazer o que deve ser feito". É evidente que diversas dúvidas e dificuldades surgem da ousada proposta; é óbvio que uma ampla reforma legislativa se faria necessária para permitir essa previsão, mas nos parece a única forma de levar as autoridades (Poder Executivo e Legislativo) a realizar os investimentos e criar as leis necessárias, bem como a obrigar os órgãos de classe a assumir a parte da responsabilidade que lhes cabe nesta difícil missão de transformar a Justiça em nosso país.

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"Indiscutível é que o processo judicial, até mesmo por uma exigência lógica, reclama cadência ordenada para atingir os seus vários objetivos. O desenvolvimento do processo no tempo ‘resolve-se numa sucessão de determinações temporais, a permitir harmônica disposição dos fatos no âmbito do procedimento, regulando dessa forma o proceder rítmico do fenômeno, elemento de fundamental importância para a organização do procedimento. Os atos do procedimento, portanto, tendo uma prévia fixação cronológica – prazos judiciais –, devem ser realizados no momento oportuno. Todavia, a experiência mostra que esse ideal, na grande maioria das vezes, em decorrência de múltiplos fatores, não vem cumprido (...). E retrata-se na famosa advertência, atribuída ao antigo Conselheiro De la Bruyere, de que ‘a demora na administração da justiça constitui, na verdade, pura denegação de justiça!’". José Rogério Cruz e Tucci, Tempo e processo, p. 14-15.

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"Il ruolo delle parti è generalmente individuato nel modo seguente: attore è il soggetto che domanda al giudice il riconoscimento di un proprio diritto soggettivo, convenuto è il soggetto che chiede l’accertamento negativo del diritto dell’attore. (...)appare allora evidente che attore è colui che postula una determinata modificazione della realtà empirica, convenuto colui che postula il mantenimento dello status quo". Italo Andolina, "Cognizione" ed "esecuzione forzata" nel sistema della tutela giurisdizionale, p. 15.

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"Em um nível estrutural, se distingue entre tempo de espera e tempo técnico. Os tempos de espera são aqueles necessários para que a causa ritualmente introduzida seja tomada em consideração, e os tempos técnicos são aqueles necessários à decisão. No máximo, os primeiros podem ser reduzidos procedendo-se a modificação na organização judiciária, e os segundos podem ser alterados, se se modificar a disciplina no processo". Vincenzo Vigoriti, Notas sobre o custo e a duração do processo civil na Itália, Revista de Processo 43, p. 145.

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"Ma, per il momento, è opportuno mettere da parte queste considerazioni e concentrare l’attenzione sul danno che l’attore subisce nelle more del procedimento: esso può convenientemente definirsi come ‘marginale’, in quanto va progressivamente ad aggiungersi a quello eventualmente già sofferto anteriormente alla proposizione della domanda". Italo Andolina, "Cognizione" ed "esecuzione forzata" nel sistema della tutela giurisdizionale, p. 17.

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"Di fronte allá persistente, normalmente eccessiva durata del processo civile, occorre rendersi conto che nessuna riforma processuale – fosse purê la migliore possibile – è in grado di incidere sull’efficienza della giustizia civile – o meglio di combatterne la normale inefficienza sotto il profilo temporale – se non accompagnata da profonde riforme di struttura, che attengano all’ordinamento giudiziario, all’organico dei giudici, al personale ausiliario, agli strumenti materiali che costituiscono l’indispensabile supporto per l’esercizio della giurisdizione". Giuseppe Tarzia, Lineamenti del processo civile di cognizione, p. 84.

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"Com efeito, as causas da morosidade da justiça são várias – anacronismo da organização judiciária, falta de recursos financeiros, deficiências da máquina judiciária, burocratização dos serviços, ausência de infra-estrutura adequada, baixo nível do ensino jurídico e aviltamento da remuneração dos servidores – e nenhuma delas, isoladamente, explica o quadro atual de lentidão dos processos. É inquestionável, porém, que nossa anacrônica organização judiciária é responsável, em grande medida, pela dissonância existente entre a modernidade de nosso processo e o atraso na distribuição da Justiça". João Batista Lopes, Efetividade do processo e reforma do Código de Processo Civil: como explicar o paradoxo processo moderno – justiça morosa?, Revista de Processo 105, p. 128.

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"Há fatores econômicos, obviamente. O Poder Judiciário sofre de escassez crônica de recursos e, em parte por isso, em parte por certa falta de discernimento administrativo, deixa de aplicar meios necessários, por exemplo, para um emprego mais intenso da tecnologia moderna". José Carlos Barbosa Moreira, A efetividade do processo de conhecimento, Revista de Processo 74, p. 131.

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"La sentenza di condanna, invece, stante la particolare configurazione strutturale delle situazioni giuridiche strumentali, costituisce soltanto un momento dell’iter di attuazione della tutela giurisdizionale: non essendo in grado (o meglio: potendo non essere in grado) di soddisfare l’interesse del creditore, essa, pur chiudendo la fase del processo di cognizione, si proietta verso il futuro, ponendo le basi di un nuovo stadio di tutela giurisdizionale, quello esecutivo". Italo Andolina, "Cognizione" ed "esecuzione forzata" nel sistema della tutela giurisdizionale, p. 4.

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A efetividade do processo de conhecimento, Revista de Processo 74, p. 137.
Sobre o autor
Paulo Hoffman

doutorando, mestre e especialista em Direito Processual Civil pela PUC/SP, especialista em Processo Civil pela Università Degli Studi di Milano, membro do Instituto Brasileiro de Direito Processual, professor da Escola Superior da Advocacia, advogado em São Paulo (SP)

Como citar este texto (NBR 6023:2018 ABNT)

HOFFMAN, Paulo. O direito à razoável duração do processo e a experiência italiana. Revista Jus Navigandi, ISSN 1518-4862, Teresina, ano 10, n. 782, 24 ago. 2005. Disponível em: https://jus.com.br/artigos/7179. Acesso em: 23 dez. 2024.

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